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a Riabilitazione Equestre è un intervento fine a produrre un recupero funzionale e globale di persone portanti handicap fisici e/o psichici. E' sbagliata l'opinione di chi crede che la riabilitazione sia rivolta soltanto a chi soffre di patologie lievi, è indicata, infatti, alle più svariate patologie : paralisi cerebrali infantili, traumi cranici, ipotonia, sindrome del X fragile, tetraplegia paraplegia, sclerosi multipla, esiti di encefalite, spine bifide, paralisi ostetriche, lesioni midollari, sindromi psichiatriche, autismo di Kanner o autismo autistico, sindrome di Rett, sindrome di Down e diversi stati psicologici tra cui traumi e abusi. Possono praticare la riabilitazione equestre persone di qualsiasi età, previa attestazione medica che ne indichi l'idoneità.

Le proprietà benefiche del cavallo sono state scoperte già dai tempi antichi. Il primo testo risale, infatti, al 2000 a.C. ed è un trattato ittito dove si parla dell'utilizzo del cavallo per mantenersi in buona salute. Il primo invece a consigliare una vera e propria terapia del cavallo fu Ippocrate che, oltre a redarre un testo sui benefici del movimento del cavallo, consigliava l’equitazione ai pazienti sofferenti di ansia o insonnia. Nel corso degli anni la terapia a uso del cavallo è stata sempre più studiata e presa in considerazione. La Riabilitazione Equestre, nelle forme in cui la conosciamo oggi, nasce però in tempi assai recenti. Fu la Francia, infatti, la prima a utilizzare il cavallo come forma di terapia nel recupero del disabile a metà del ventesimo secolo.
Il cavallo è stato scelto come co-terapeuta grazie alle sue caratteristiche; possiede infatti un movimento ondulatorio sviluppato nelle tre dimensioni spaziali (avanti/indietro, destra/ sinistra, alto/basso) che produce effetti positivi sul corpo (tramite la distensione della colonna vertebrale, la sollecitazione del sistema circolatorio e l'inibizione di pattern posturali non naturali) e sulla psiche del cavaliere. La riabilitazione è una forma di terapia divertente che si distacca in modo netto dalle terapie effettuate in ambulatorio. Per sua natura il cavallo è un animale molto mansueto che tende a stabilizzare l'emotività e l'umore di chi lo sta cavalcando e ha inoltre ha la capacità di relazionarsi con sensibilità e in modo sincero alla persona disabile, accettandone le necessità e tamponando le sue limitazioni. Tra cavallo e cavaliere si instaura un profondo rapporto che va a migliorare le capacità relazionali del soggetto. L'allievo sarà dunque sollecitato a cercare una comunicazione, impartendo dei comandi a cui seguiranno delle risposte positive o negative, mai pericolose da parte del cavallo. Imparerà ad essere più autonomo, guadagnerà autostima (riuscire a governare un cavallo è qualcosa di estremamente gratificante) e svilupperà le capacità di attenzione, memoria e concentrazione.
Per aiutare questo, oltre al tempo passato in sella, è importante esplicitare una vera e propria terapia occupazionale comprendente lo svolgersi di alcune operazioni (preparazione e pulizia del cavallo e dei finimenti, aiuto nelle lezioni, etc. in base a quanto concesso dalle relative patologie).
I benefici fisici portati dall’attività a cavallo sono molteplici. Aiuta lo sviluppo ed il potenziamento delle fasce muscolari, favorisce il mantenimento della posizione eretta, migliora l'equilibrio e la coordinazione, insegnando ad usare, al cavaliere disabile il proprio corpo ed i propri sensi nel miglior modo possibile.
La riabilitazione equestre non è mai pericolosa, fin dalle prime fasi della terapia, l’intervento sarà curato da un’equipe multidisciplinare formata da un tecnico di R.E., uno psicologo (o operatore sociale), un medico di riferimento, da personale ausiliario competente e da uno o più cavalli idonei per razza, età e struttura fisica. Perché dunque non provare?