L'avvicinamento dei più piccoli

Scritto da Valentina Moro


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l giorno d'oggi il cavallo non fa più parte degli animali che si trovano nelle nostre case, quindi, per la maggior parte dei bambini, non rappresenta più qualcosa di vivo, ma è soltanto un’immagine. Per loro è infatti il mezzo usato dai soldati per combattere in guerra, dai principi per salvare le principesse, corre veloce e salta ostacoli altissimi. È un amico che spesso parla, chiede carezze e fa dispetti per ottenere in cambio qualcosa da mangiare. È alto, bello e incredibilmente forte.

Il primo incontro di un bambino con un cavallo è sempre qualcosa di magico. Il timore iniziale, viene cacciato via presto dalla curiosità di poter accarezzare il suo muso morbido o di infilare la mano tra il soffice pelo. Anche nella frenesia della vita moderna, completamente governata dalla tecnologia e dalle macchine, i bambini amano i cavalli. Non è necessario aspettare molto perché possa avvenire il primo incontro di un bambino con un cavallo; l'equitazione, al contrario di quanti molti sostengono, può essere praticata fin dalla più tenera età. Non è assolutamente vero che le sollecitazioni ricevute sono dannose per il fisico dei più piccoli, anzi, la pratica dello sport aiuta a sviluppare la muscolatura, aumentando tono ed elasticità, e permette di correggere difetti di postura pre-esistenti.

I bambini comunque vengono avvicinati, prima che ai cavalli, ai pony. Il pony non è un cucciolo destinato a crescere, né una razza di animale buffo, ma è un cavallo in miniatura. Per le dimensioni ridotte e per il peso contenuto, permette ai più piccoli di relazionarsi a lui nelle stesse proporzioni in cui un adulto si rapporta a un cavallo senza pericoli, né difficoltà. Montare un piccolo pony non deve però essere vista come un'umiliazione, ma come un modo più semplice per imparare. Crescendo di peso, di altezza e di forza, infatti i giovani cavalieri passeranno a montare pony sempre più grandi fino a effettuare il passaggio al cavallo.

Le lezioni sono fatte sotto forma di gioco. Ricordate sempre che la pratica dell'equitazione si discosta molto dall'immagine che viene offerta dai media. Non ci saranno quindi salti, né competizioni, ma piccoli esercizi guidati atti ad insegnare ai giovani cavalieri come gestire autonomamente il proprio pony.

Molti sono i punti che giocano a favore della pratica dell'equitazione. Dal punto di vista caratteriale il cavallo rafforza chi è troppo debole e calma chi è troppo forte. Necessita, infatti, per essere gestito, di una figura di leader, in grado di comunicare con lui con fermezza, ma allo stesso tempo anche con delicatezza. Il piccolo cavaliere, diventa così responsabile non solo di sé stesso, nei confronti degli altri, ma anche di un animale che dipende, nei suoi gesti e nelle sue reazioni, interamente da chi ha in sella. Il linguaggio usato dal cavallo non è fatto di parole, ma di piccoli gesti e movimenti. Il bambino impara dunque a usare il proprio corpo per esprimere le sue intenzioni ed emozioni. Impara così a conoscersi e a utilizzare parti di sé che ancora gli erano sconosciute.

Durante la lezione deve poi imparare a osservare, ascoltare e concentrarsi. È vero che i pony usati per le prime lezioni sono mansueti, ma non per questo sono sempre disposti a collaborare... Tendono, infatti, ad approfittare di ogni momento di distrazione per fare un pisolino o per andare a rubare qualche ciuffo d'erba dai lati del campo. Deve quindi essere sempre all'erta, per captare ogni tentativo di burla del proprio pony e per poter ascoltare sempre i consigli che gli vengono dati dall'istruttore.

Non dimentichiamo poi i benefici psicologici offerti da un'ora passata all'aria aperta a contatto con gli animali. Quindi a conclusione di questo nostro primo articolo sui pony... perché non provare?


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