Le redini

Scritto da Valentina Moro


L

e redini sono il mezzo che il cavaliere ha per comunicare con la bocca del cavallo. Sono formate da due strisce in cuoio, corda o gomma che, partendo dai lati dell'imboccatura arrivano alla mano del cavaliere. Per impugnare le redini in modo corretto, il cavaliere, deve tenere le mani sopra al garrese, le braccia piegate al gomito, le dita chiuse con i pollici verso l'alto. Le mani devono rimanere morbide e ferme nella loro posizione, ogni loro movimento, anche piccolissimo, infatti, comunica al cavallo un comando. Il pugno rimane chiuso, ma non deve serrarsi con forza sulle redini, altrimenti trasmette rigidità al cavallo. Tutte le azioni compiute dalla mano sulle redini devono essere sì ferme e precise, ma anche delicate in quanto l'imboccatura muovendosi va a premere in punti molto delicati della bocca del cavallo.

Le redini servono a contenere l'impulso e a indicare la direzione al cavallo tramite un gioco di blocco rilascio e apertura. Non vanno mai tirate, il cavallo deve fermarsi o rallentare perché impedito ad avanzare, non perché l'azione viene bruscamente interrotta, così come deve girare perché segue le indicazioni che gli vengono comunicate e non perché la sua testa viene violentemente piegata a destra o a sinistra.

Le redini devono essere tenute tese, non devono fare nessuna azione, ma devono essere pronte a poterla fare in ogni momento. È sbagliato, infatti, tenere le redini troppo corte perché andrebbero continuamente a produrre stimoli sulla bocca del cavallo, ma è sbagliato anche tenere le redini troppo lunghe perché qualora il cavallo decidesse di compiere uno scatto improvviso non saremmo pronti a rimetterlo agli ordini. Le redini vanno sempre impugnate pari, ossia la redine destra deve avere la stessa lunghezza della redine sinistra. Questo per non produrre un'azione diseguale (la redine più corta impartisce al cavallo sempre una forza maggiore rispetto alla redine più lunga).

Nel corso degli anni, per essere comprese in modo più semplici, le redini e le loro diverse azioni sono state più volte teorizzate. La mano interna è la mano che si trova all'interno della parte in cui il cavallo è flesso o si sta muovendo, la mano esterna, al contrario, quella che si trova all'esterno. Per intenderci meglio con un esempio se il cavallo sta compiendo un circolo a mano destra e mantiene la flessione a destra la mano interna è la mano destra, quella esterna la sinistra.

A seconda della forza e della direzione impartite la redine avrà, infatti, diversi effetti. La redine cosiddetta diretta agisce nella direzione in cui il cavallo procede. Quindi si apre la mano destra a destra per fare girare il cavallo a destra (e viceversa a sinistra).

La redine contraria agisce nella direzione opposta a quella in cui il cavallo procede. Quindi si sposta la mano destra a sinistra per fare girare il cavallo a sinistra (e viceversa a destra). Le redini di opposizione (suddivise poi in diretta, contraria, intermedia) agiscono simultaneamente sulle spalle e sulle anche, opponendole. Questo significa che un’azione delle redini produce uno spostamento delle spalle o delle anche del cavallo, obbligandolo a muoversi.

C'è però da aggiungere che le redini si devono muovere sempre in accordo. Questo significa che va controllato anche il movimento della redine che non impartisce l'ordine, ma anche l'uso delle gambe e del peso del corpo. L'azione della redine, infatti, deve sempre essere coordinata e aiutata da un buon assetto ed equilibrio.


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